In ogni lingua esistono termini che denotano oggetti, concetti e fenomeni tipici esclusivamente di una determinata cultura e che, in quanto portatori di un colorito nazionale, locale o storico, non hanno una corrispondenza specifica in altre lingue.  

Sono I REALIA; definiti dai ricercatori bulgari Vlahov e Florin come:  

«Parole e locuzioni composte della lingua popolare che rappresentano denominazioni di oggetti, concetti, fenomeni tipici di un ambiente geografico, di una cultura, della vita materiale o di peculiarità storicosociali di un popolo, di una nazione, di un paese, di una tribù, e che quindi sono portatrici di un colorito nazionale, locale o storico; queste parole non hanno corrispondenze precise in altre lingue.»

Questi concetti strettamente legati a un preciso territorio richiedono al traduttore un notevole sforzo per trasmetterli da una lingua ad un’altra.

Vlahov e Florin li suddividono in tre categorie principali, contenenti svariate sottocategorie;

Realia geografici legati alla geografia fisica, alla meteorologia, alla biologia e all’attività dell’uomo.

Realia etnografici che riguardano la vita quotidiana, l’arte, la religione, le tradizioni, le leggende, la moda, il lavoro, le misure e le monete.  

Realia politici e sociali che includono le entità amministrative territoriali, gli organi e le cariche, la vita sociale e politica.

E COME SI TRADUCONO?

Trascrizione, traslitterazione o traduzione?

Per decidere se e come tradurli bisogna considerare diversi elementi: il tipo di testo, il contesto, il tipo di lettore, il grado di conoscenza e di accettazione di termini ed espressioni straniere che la cultura ricevente ha, quanto i realia siano significativi nel testo stesso…

A seconda del contesto e della situazione in cui sono inseriti si prediligono strategie traduttive differenti.

LA TRASCRIZIONE

La trascrizione è il trasferimento dei suoni di una parola usando l’alfabeto della cultura ricevente per riprodurne la pronuncia in modo approssimativo. Ad esempio la parola francese “brasserie” viene trascritta in italiano allo stesso modo.

LA TRASLITTERAZIONE

La traslitterazione è la trasmissione dei grafemi del realia utilizzando l’alfabeto della cultura ricevente. Ad esempio la parola giapponese “山葵” viene traslitterata in italiano con “wasabi”.

LA TRADUZIONE

La traduzione del realia offre molte possibilità, ma tutte da valutare a seconda del caso:

  • Tradurre letteralmente il realia. Ad esempio la parola inglese “skyscraper” viene tradotta in italiano con “grattacielo”.
  • Sostituire il realia con una parola conosciuta nella lingua di arrivo traducendone in modo generico il suo significato.  Ad esempio “organizzazione criminale” per ‘ndrangheta.
  • Sostituire il realia con un oggetto molto famoso in quella ricevente. Ad esempio “eggnog” con “zabaione”.
  • Utilizzare una perifrasi per spiegare il realia. Ad esempio “počemučka” è la bambina che chiede sempre perché?
  • Aggiungere qualcosa all’interno del testo per spiegare il realia. Ad esempio “le tradizionali scarpe Valenki…”.
  • Si può anche optare, nel caso di realia che fa parte ormai anche della cultura di arrivo di lasciarlo così com’è. Ad esempio la parola francese “crêpes”.
  • Se nessuna delle opzioni sopra elencati si ritiene valida per il tipo di testo che si sta traducendo si opta per lasciare il realia così com’è e aggiungere una nota esplicativa a piè di pagina.

(Non) tradurre i realia implica una scelta difficile che deve essere valutata con cura a seconda della situazione. Dopotutto tradurre non è certo un lavoro semplice…